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Epatite C: in Italia ancora 280mila casi da diagnosticare

Infettivologia Redazione DottNet | 03/12/2019 18:51

Con il progetto Hand +20% gli screening tra i tossicodipendenti

 In Italia ci sono circa 280mila pazienti con virus da epatite C ancora da diagnosticare, di cui circa 146mila avrebbero contratto l'infezione attraverso l'uso, anche pregresso, di sostanze stupefacenti, 80mila con il riutilizzo di aghi da tatuaggi o piercing e 30mila attraverso la trasmissione sessuale. È questa la stima che emerge da uno studio, aggiornato a novembre 2019, basato su un modello matematico presentato da Loreta Kondili, ricercatrice dell'Istituto Superiore di Sanità, al Congresso annuale dell'American Association for the Study of Liver Diseases. Non ci sono, però, solo note negative.

E' grazie al progetto Hand (Hepatitis in addiction network delivery) che è stato possibile distribuire 2.500 test rapidi e ciò ha portato ad aumentare del 20% gli screening sui tossicodipendenti con epatite C. Hand è il primo progetto pilota di networking a livello nazionale patrocinato da quattro società scientifiche (Simit, Federserd, Sipad e Sitd), che ha coinvolto i Servizi per le dipendenze (Serd) e i relativi Centri di cura per l'Hcv di 7 città italiane (Roma, Milano, Torino, Bari, Modena, Caserta e Catanzaro). I risultati del progetto sono stati presentati a Roma nel corso di un incontro dal titolo 'La gestione dell'Hcv in pazienti consumatori di sostanze'. "L'Italia ha un compito estremamente importante che le è stato dettato dall'Organizzazione mondiale della sanità: eliminare l'infezione da Hcv entro il 2030 - ha detto il direttore scientifico della Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), Massimo Andreoni - Per questo dobbiamo lavorare sulle popolazioni a maggior rischio epatite C, cioè su quei soggetti che fanno uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa".

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Per il presidente della Sipad (Società italiana patologie da dipendenza), Claudio Leonardi, "i Serd non curano soltanto la dipendenza, ma indirizzano il paziente ad uno screening completo per quanto riguarda l'epatite C". "Il progetto Hand è certamente innovativo perché, per la prima volta, ha collegato i Servizi per le dipendenze ad altri settori della sanità, come l'infettivologia e la gastroenterologia", ha evidenziato il presidente della Sitd (Società italiana tossicodipendenze), Luigi Stella. 

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